Quando si parla di pedaliere digitali, ed in particolare di sistemi a modelli fisici, bisogna sapere che si sta camminando su del ghiaccio molto sottile. C'è chi le odia e chi le ama, e le vie di mezzo sono molto rare.
Ad ogni modo, ad un certo punto della propria vita può succedere che un musicista decida di non voler vanificare ad ogni concerto gli sforzi del proprio fisioterapista, e cominci ad essere un po' stufo di caricarsi sulle spalle la sua bella testata, la cassa (magari 4x12) e le valigione con i pedalini. Perciò comincia a guardare le alternative, partendo dagli ampli supercompatti di ultima generazione fino alle famigerate pedaliere all-in-one.
Da qualche mese sono passato dal classico valvolare ad una Zoom G5, che è una pedaliera sulla falsa riga del Line6 POD o Boss GT, per capirsi. La decisione è stata sofferta, anche alla luce del fatto che ultimamente mi costruivo io i pedalini e gli effetti. Oltretutto, ho optato per la scelta più "talebana" del digitale moderno, ovvero abbandonare del tutto il classico amplificatore per passare ad una cassa attiva.
Ad ogni modo, dopo averla provata per un bel po' e averci fatto qualche live, posso riportare qui le mie impressioni.
Caratteristiche base: pedaliera digitale a modelli fisici, con una ventina di ampli simulati e un centinaio di effetti. Circa 300 banchi di memoria programmabili. Buona interfacciabilità, incluso accordatore, drum machine e un looper integrati.
Qualità costruttiva: a mio giudizio, ottima. Lo chassis è in metallo robusto, gli switch pure. Le manopoline di regolazione sono in plastica, ma sono in posizione abbastanza protetta (è molto difficile inciamparci dentro per errore). I display sono sufficientemente grandi (4 display separati) e luminosi. Particolarmente degno di nota è il pedale, che ha una meccanica robusta e solida e vanta il nuovo sistema 3D di Zoom (ovvero, è possibile muovere il pedale sia su-giù che destra-sinistra, in modo da controllare fino a 3 parametri a scelta fra quelli del banco che stiamo usando). Io ho il 46 di piede e ho sempre avuto grosse difficoltà a usare i pedali integrati nelle pedaliere. Con questo, invece, non ho nessun problema. Pesa circa 3 kg, l'alimentatore è piccolo e leggero, è molto compatta.
Facilità di programmazione: è caldamente consigliato il collegamento al PC. Il software di gestione, infatti, semplifica molto le cose. La programmazione da pedaliera è piuttosto macchinosa, anche perchè gli effetti e i parametri sono tanti. Con il software, invece, si può avere una comoda interfaccia grafica che permette di gestire la catena effetti come se fosse una reale pedaliera, con tanto di manopole e led.
Qualità del suono: molto buona. Sul fatto che i modelli proposti riproducano fedelmente o meno l'amplificatore o il pedalino di cui riportano il nome si può discutere per settimane senza giungere a niente. Resta il fatto che i suoni sono comunque credibili, che le manopole dei parametri fanno variare il suono come ci si aspetterebbe sull'equivalente reale, e che si tirano fuori dei timbri molto più che dignitosi. Magari la risposta al tocco è un po' meno dinamica rispetto ad un ampli vero, ma i suoni non sono per niente piatti. La dinamica c'è, e la credibilità pure. Siamo avanti anni luce rispetto alle vecchie zoom degli anni '90/'00 che suonavano sempre finte e "plasticose", e siamo in linea con le concorrenti più dirette.
Dei cento e passa effetti disponibili, almeno una sessantina sono effettivamente sfruttabili in sonorità chitarristiche "standard", mentre gli altri sono più effetti speciali da musica psichedelica o per creare simpatici intermezzi (la simulazione di organo hammond è spassosa, per fare un esempio. Oppure si può sperimentare usando delay effettati, o piccoli modulatori/sintetizzatori vari). Alcuni effetti (almeno una quindicina, direi) a mio avviso se li potevano risparmiare...mi sembrano ben poco sfruttabili.
I suoni sono estremamente personalizzabili, e le demo che si sentono in giro non le rendono giustizia. Le potenzialità di questo apparecchio sono molto vaste e si possono ottenere dei suoni veramente belli e sfruttabili. Parere mio, è una unità che suona davvero bene se NON si usa un ampli per chitarra. Deve lavorare interamente a modo suo, per cui necessita una cassa attiva o un collegamento diretto con il mixer. Se proprio volete usare l'ampli da chitarra, abbiate almeno l'accortezza di collegare la G5 nel Return (e non nel classico Guitar In) e di disattivare la simulazione di cabinet. Oppure, rinunciate alle simulazioni di ampli e usate la G5 come una classica effettiera, ma ritengo che volendo fare questo tipo di scelta ci siano sul mercato alternative migliori.
Infine, dispone di un boost valvolare (12AX7) con uno switch suo dedicato, attivabile in qualunque momento in modo autonomo. Il boost è "post-gain", quindi incrementa il volume. Boost molto potente e credibile, con regolazione di tono e volume. Può valer la pena lasciarlo sempre acceso, "riscalda" piacevolmente in suono complessivo.
Interfaccia: per prima cosa, si collega al PC via USB e funge anche da scheda audio, per cui si possono fare semplici registrazioni senza difficoltà (io non ci riesco perchè ho un pc vecchio come il mondo, ma è un altro discorso...). Per quello che riguarda l'interfaccia audio classica, ha una coppia di uscite stereo sbilanciate e una XLR bilanciata mono (qualcuno storce il naso, dicendo che una XLR stereo sarebbe stato meglio, anche perchè gli effetti stereo sono molto carini). Ha poi un'uscita cuffie e stop. L'ingresso dello strumento ha uno switch per poter utilizzare sia pickup attivi che passivi senza saturare. E' possibile aggiungere un pedale esterno, ad esempio per il tap tempo, o per il controllo di qualsiasi altro parametro.
Uso live: la gestione degli effetti è in realtà duplice. Il primo modo prevede di avere sotto i piedi una classica pedaliera con tutti i pedali (stomp). Quindi, possiamo accendere o spegnere i pedali a nostro piacimento. Ad esempio, abbiamo un wah, un tube screamer e un chorus, e possiamo attivare/disattivare il tube screamer (o gli altri) in maniera classica. Tuttavia è praticamente impossibile gestire live più di 4 effetti contemporaneamente perchè i display sono 4 e lo scorrimento orizzontale della catena effetti è difficilmente controllabile con i piedi (bisogna premere due switch assieme... davvero ve la sentireste di rischiare live, sapendo che se sbagliate magari vi si spegne la distorsione?). Ci sono anche due piccoli pulsanti manuali, ma non utilizzabili live.
Il secondo modo è invece per patch, ovvero si passa da una catena pre-programmata di effetti all'altra. Io, live, preferisco questa modalità. Mi sono fatto una ventina di catene di effetti e mi muovo abbastanza rapidamente fra le patch. Nonostante la compattezza dell'unità e il mio 46 di piede, riesco a controllare molto bene tutto quanto. E' comunque possibile passare in real-time dalla modalità patch a quella stomp e viceversa (magari se volete aggiungere un effetti in un punto particolare del brano, senza "consumare" una patch intera).
Molto utile è infine il fatto che il pedale d'espressione viene acceso/spento in modo autonomo, con un suo switch che rimane "nascosto" e che si attiva/disattiva affondando con decisione il pedale stesso a fine corsa (come nel Cry Baby). Questo vuol dire che posso avere il wah (o il whammy, o quel che scelgo) disponibile in qualsiasi momento, senza bisogno di cambiare patch (come succede ancora su pedaliere concorrenti). L'unico neo è che questo switch nascosto è l'unico a non avere un LED dedicato, per cui si va ad orecchio se si è in modalità patch, oppure si guarda il display se si è in modalità stomp.
Considerazioni finali: semplifica la vita senza mezzi termini. Si arriva sul palco con la chitarra e la pedaliera, ci si allaccia al mixer, e si è relativamente certi che tutti sentiranno i suoni che abbiamo deciso. 5 minuti a montare, 5 a smontare.
La mia esperienza è che portarsi sul palco la propria cassa attiva è controproducente, in quanto abbiamo già a disposizione l'impianto PA che garantisce una resa acustica migliore. La cassa attiva serve per lo studio casalingo o per situazioni particolari, per cui ne basta una piccola.
Di sicuro non ho la qualità sonora di ampli boutique e di pedalini eccelsi, ma i suoni sono comunque belli e credibili. Anche i crunch e i mezzi toni si sentono, magari leggermente "grezzi" (ma sono considerazioni di uno che si è fatto un anno a suonare con un monocanale per imparare a gestire le sfumature del timbro...). Soprattutto, se ci si perde un po' di tempo in programmazione, i suoni non sono mai fastidiosi per chi ascolta il che rende il tutto godibile per il pubblico. Per quello che si trova ad affrontare il 95% dei chitarristi live (pub con dentro amici e bande di alcolizzati ) va ben più che bene. Devo fra l'altro dire che la possibilità di uscire dall'impianto di PA senza microfonare compensa ampiamente la mancanza di valvole, in quanto il suono è meglio diffuso nell'ambiente e più amalgamato agli altri strumenti, conferendo a chi ci ascolta una sensazione di maggiore professionalità audio.
Pro: compattezza e semplicità, suoni credibili, interfaccia immediata. Costa meno della metà delle concorrenti (circa 200-230 euro contro i 500 e oltre di POD e compagnia) e i risultati sono paragonabili in un uso da chitarristi "normali". Il loop e la drum machine sono giochetti interessanti per lo studio ma nulla più.
Contro: se si usano più di tre suoni per canzone può diventare problematico, perchè a disposizione ci sono solo 3 patch e il cambio fra un banco di patch e l'altro è un po' macchinoso e "a rischio" (bisogna premere due pulsanti assieme e si può sbagliare, e manca la funzione di pre-call... ovvero la possibilità di richiamare un banco di memoria prima di selezionarlo effettivamente). Ammetto che una uscita XLR stereo sarebbe stato il top, ma ci sono prodotti che costano di più e non hanno nemmeno l'uscita bilanciata... Infine, l'accordatore è un po' "ballerino", va bene per il controllo in tempo zero sul palco ma non fa gridare al miracolo. Manca un LED per indicare lo status del pedale d'espressione. Non poter scorrere efficacemente con i piedi la catena effetti limita un po' l'utilizzo in modalità "stomp".
EDIT (17/01/15):
Avendo recuperato un PC mediamente moderno, ho potuto provare la registrazione dei suoni.
Qui trovate un breve sample: http://vocaroo.com/i/s1hlBvRZKCDK
Alcune considerazioni aggiuntive:
- Assieme alla pedaliera è inclusa la licenza per CUBASE 7 LE. Bel programmino, per quel che ci ho capito in 2 ore di utilizzo. Mi sembra indicato per le registrazioni casalinghe. La registrazione che sentite è una multitraccia fatta con CUBASE.
- La registrazione è fatta in presa diretta attraverso un collegamento USB. Non ho usato alcun ampli per chitarra.
- I suoni non hanno subito alcun post-processing. Devo dire che, rispetto a quello che sento sul mio impianto, la riproduzione su casse da PC (e credo anche la compressione audio per mettere online il file) ha fatto sparire una bella fetta di frequenze medie (che mentre suono si sentono, quando riproduco il file nella mia cassa attiva si sentono, quando lo riproduco con audio PC si perdono...). I suoni reali sono sensibilmente più "rotondi" e meno aspri. Tenetene conto quando ascoltate il file.
- Non mi andava di registrare singolarmente i suoni, per cui beccatevi il mix . Sono comunque suoni che ho programmato io, non quelli di default della pedaliera.
- La chitarra è una Yamaha Pacifica 821 con pickup DiMarzio AirClassic e Blue Velvet. Non ho attivato il boost valvolare della pedaliera. La batteria di fondo fa parte della semplicissima drum machine della pedaliera. Ovviamente, manca il basso
EDIT 28/05/16
Ogni tanto ritorno su questa recensione per arricchirla. Oggi spendo due parole sullo Z-pedal e sulla possibilità di aggiungere un pedale tap di controllo esterno.
Lo Z pedal è molto comodo, ma ha qualche limitazione.
In primo luogo, c'è un conflitto non risolto fra Z-Pedal e emulazioni wah/whammy/etc. Nel senso che è possibile, per esempio, programmare la pedaliera in modo che il pedale d'espressione regoli il gain della distorsione, ma se in catena avete anche un wah allora il pedale farà variare contemporaneamente sia il wah che il gain (uno non esclude l'altro... sarebbe stato carino invece che il wah bypassasse le precedenti regolazioni quando attivo). Oppure, più di frequente (soprattutto se si mettono in catena gli effetti "Z" specificamente progettati dalla zoom ed effetti tipo wah), le due emulazioni vanno in conflitto vero e proprio e lo Z-Pedal si disattiva automaticamente. La questione si risolve parzialmente aggiungendo un pedale di espressione esterno. Dico parzialmente perchè, comunque, un pedale esterno ha solo escursione su-giù senza lo switch di attivazione ad affondo.
Altra cosa dello Z-Pedal che poteva essere resa un po' più "professionale" è il fatto che, anche se in posizione neutra, non vengono disattivati gli effetti che controlla. Insomma, mettiamo (come faccio io) che regoliate con il lato destro dello Z-Pedal un tremolo. In questo caso, si imposta quel lato dello Z-Pedal per regolare il balance del tremolo, così che spostando il piede l'effetto diventi più udibile. Ecco, se si imposta la posizione centrale a balance zero, il tremolo rimane comunque acceso e un pochino sul suono influisce. Sarebbe stato più opportuno dare la possibilità di disattivare completamente l'effetto in posizione neutra.
Poi, lo switch aggiuntivo. Ecco, quello mi ha un po' deluso. Nel senso che, in pratica, salvo rarissime eccezioni, è solo un tap tempo. Sul manuale non è spiegato chiaramente e speravo potesse essere utilizzato per qualche controllo in più (che so, attivare e disattivare un effetto specifico). Invece, nada. Vabbè, ci si accontenta.
Ciò non mina minimamente il buon giudizio che ho sulla pedaliera. Fra l'altro è di recente uscita una nuova versione di questa pedaliera che non ha più lo z-pedal per in compenso risolve alcune debolezze, tipo uno scroll migliorato degli effetti, un display aggiuntivo, una patch in più (sono 4 invece che 3) per banco di memoria, un paio di controlli manuali in più, tipo il master volume. Però non c'è più il boost valvolare, lo Z-pedal, e le possibilità di interfaccia sono state ridotte un bel po.
Zoom G5
Overload Guitars Themis
Overloud TH-U
Chitarre che ho avuto: Gibson LP Studio 2002 % MusicMan Axis SS % Vigier Excalibur Original % Fender Malmsteen, Strat Am.St. 1991 e 2006, Classic Pl. 60 e T-Bucket 400CE % Dean ML USA % Ibanez RGT3020, A300E-VV e SIX70FDBG % Jackson RX10D % Yamaha Pacifica 112 e 821 % Takamine P1DC
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Ciao Ian! Complimenti per la particolareggiatissima recensione! La G5 ho avuto modo di provarla in un negozio ma in maniera troppo superficiale per poterne parlare a fondo come hai fatto tu. In tutti i casi in cui si utilizza una pedaliera multieffetto credo che una grossa fetta del risultato finale dipenda più dal tempo che si investe nel settare per bene i suoni che nelle capacità reali della stessa. Lo dico perchè da Zoom a Yamaha passando per Digitech, Boss e LINE6, ho trovato sempre molto difficile trovare suoni "pronti all'uso". Dico questo per chiarire le idee a chi magari cerca di farsi un'opinione guardando tutorial pubblicitari su youtube...Ci sono tante variabili. Dal tipo di chitarra ai pick up, l'amplificatore, il mixer, le uscite utilizzate...Nel mio caso per esempio a differenza tua mi sono trovato costretto a rinunciare all'utilizzo diretto nel mixer perchè non c'era mai corrispondenza tra quello che sentivo in saletta durante le prove e ciò che preparavo accuratamente a casa. Specialmente e tutt'ora inspiegabilmente per ciò che riguarda il volume delle varie patch. Capisci che trovarsi tutte le sante volte a riprogrammare i volumi di tutti i banchi che utilizzo era diventato veramente stressante...Così ho scelto di comprarmi un microfono adatto e programmare i suoni in base a ciò che sento uscire dal mio amplificatore a transistor equalizzato in flat. In questo modo collego l'uscita della pedaliera all'amplificatore e il microfono nel mixer. Nel mio caso, POD HD400, non essendoci un tasto BOOST ho creato dei patchs specifici all'interno dei vari banchi. Sono tutt'ora alla ricerca del modo migliore per regolare l'equalizzazione in base alla necessità cercando di perfezionare passo passo la qualità generale del suono ma non ho trovato particolari problemi nell'usufruire ugualmente delle simulazioni d'amplificatore nonostante entrassi già nel mio. Forse che fa la differenza è trovare un ampli che abbia un bel pulito per poterci lavorare sopra con il resto..In linea di massima sono convinto sul fatto che le pedaliere siano il futuro. La qualità sonora è sempre più vicina a quella analogica e penso che per molti il limite sia più psicologico che reale...Una cosa è certa. La ricerca del "suono perfetto" è un'utopia a cui nessuno rinuncerebbe mai
Fender Stratocaster Mexico 2001\nGibson SG Standard 2013\nPod Line6 HD400\nHughes & Kettner Blue edition 60R\nShure SM57
Yes, può capitare di avere problemi di interfaccia.\nDiciamo che è necessario imparare anche un po' a gestire i mixer. Per il tuo problema di livello, avrei provato ad utilizzare una DI box passiva fra pedaliera e mixer, perchè l'impressione mia è che la causa potesse risiedere nel bilanciamento del segnale.\nTalvolta poi ci sono mixer che hanno dei piccoli noise gate, o compressori, in ingresso e quindi può succedere che combinino qualche casino se hai la sfiga di farli lavorare in un punto non adatto della curva di compressione.\n\nAd ogni modo, ora posso andare in sala prove in autobus con tutta l'attrezzatura che mi serve, e questo non ha prezzo \n\nL'unico modo per migliorare i suoni è suonare tanto e avere orecchio critico.\nSe posso permettermi, l'approccio migliore è partire con pochi suoni molto semplici (l'equivalente di un ampli con 2/3 pedali) e poi progressivamente limare le sonorità e aggiungere altre cose solo alla bisogna. Se ci si fa prendere da subito la mano e si mettono 7-8 pedali in catena, poi non capisci più dove intervenire per correggere un errore, i suoni non ti convinceranno mai e ti stuferai in fretta.
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Ciao Ian, ottima recensione grazie
"Don't tell me the sky is the limit when there are footsteps on the moon"
Lettura consigliata: Netiquette
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Se si avesse la sicurezza di potere usare questi oggetti con un impianto appena sopra la sufficienza sarei ben contento di diminuire il mio arsenale da trasportare in giro.\nIn realtà nella maggior parte dei casi gli impianti (soprattutto in sala prove) sono appena adatti ad amplificare la voce in maniera udibile (se avete la benedizione di un batterista che conosca il significato della parola "dinamica")\n\nPersonalmente uso il POD HD500 collegato all'ampli dedicato DT25...quindi due oggetti da trasportare e collegare (e ho tentato di ridurre al minimo il wattaggio) vedi recensione...ho pensato di creare un banco suoni speculare a quello che uso solitamente con l'ampli, per la connessione diretta nell'impianto (aggiungendo opportuno simulatore di cassa) ma, soprattutto sui puliti la dinamica si va a fare benedire...questo soprattutto a causa della scarsa qualità delle casse.\n\nPer cui mi sono rassegnato a sfacchinare la mia roba (Elettrica + Acustica + ampli + pedaliera + effetto voce...perché canto pure). Ma sono veramente contento sia dei suoni che della disposizione che riesco ad avere durante le prove (ampli girato verso me e direct out sull'impianto da uscita dedicata) io mi sento...gli altri non vengono investiti a "zone differenziate" dal volume del mio ampli.\n\nPerò sono anche convinto che...con un impianto di amplificazione decente si possa fare bene con queste pedaliere..a patto di trovare la giusta combinazione.
Integrata la recensione e aggiunto un sample audio registrato da me, nel post principale.
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- SuperAdrian
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Salve a tutti, sono nuovo!\nVolevo fare i complimenti a Ian per la recensione dettagliatissima della G5, strumento che possiedo ma di cui purtroppo non riesco ancora a sfruttare a pieno la grande qualità.\nIl mio set-up sarebbe quasi integralmente analogico, ma come Ian mi sono rotto di portarmi diecimila pedali alle prove e visto che la G5 in diretta sul PC suona alla grande alle ultime prove ho tentato di collegarla alla mia Orange CR120.\nNaturalmente collegata in front il suono specie sui distorti è una ciofeca impastatissima nonostante abbia variato l'impostazione nel menu global da DIRECT a STACK FRONT. Sui puliti devo dire che invece rende molto bene.\nCollegandola nel send return pensate che potrei fruttare il finale della testata ottenendo risultati migliori?\nSo che l'ideale sarebbe una cassa attiva ma in questo momento sono assolutamente al verde.
Ciao, benventuo e grazie per i complimenti. \n\nTutte le pedaliere, di qualsiasi marca, risentono molto del sistema di amplificazione che si sceglie.\nL'ideale sarebbe quindi scegliere un metodo e costruire i suoni specificamente per quell'apparecchio.\n\nIn teoria, potresti ottenere risultati eccellenti anche nell'input classico dell'ampli se programmi la G5 usando l'ampli, ma se hai programmato i suoni sul PC è invece molto facile che otterrai un qualcosa di poco soddisfacente.\n\nRispondendo in modo più diretto alla tua domanda, penso che collegando la G5 al return dell'ampli la situazione dovrebbe migliorare abbastanza e i suoni dovrebbero essere più gradevoli. Però il mio consiglio è quello di cercare di trovare una soluzione il più possibile costante nel tempo (che è poi il motivo per cui lavoro senza ampli... basta dire al fonico che deve mettere il mio canale tutto in flat e sono abbastanza tranquillo che i suoni siano quantomeno decenti). Insomma, se prevedi di usare un ampli, ti conviene costruire i suoni direttamente collegando la pedaliera all'ampli.
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- SuperAdrian
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- Iscritto il: 29/mar/2015, 14:33
\nGià, probabilmente è proprio questo il motivo per cui i suoni che ho studiato fanno un po' schifo.\nE' un mondo molto affascinante quello del digitale, ma l'approccio per chi come me ha sempre usato ampli e pedaliere quasi del tutto analogiche è purtroppo completamente differente.\nE' vero che se ci smanetti un po' alla fine ottieni dei suoni davvero belli e possibilità quasi infinite, roba che con gli effetti a pedale ordinari lasciamo perdere, a meno di non spenderci millemila euro! \nPer delle casse attive hai consigli? facendo rock duro mi servirebbe comunque qualcosa di abbastanza potente...mi incuriosisce molto la Laney IRT-XIan ha scritto: In teoria, potresti ottenere risultati eccellenti anche nell'input classico dell'ampli se programmi la G5 usando l'ampli, ma se hai programmato i suoni sul PC è invece molto facile che otterrai un qualcosa di poco soddisfacente.
La Laney IRT-X mi pare sia un sistema pensato per finalità differenti. Si inserisce fra ampli e cassa, e fornisce una amplificazione in più. Dovrei studiarmelo meglio, ma l'impressione è che abbia tipo un simulatore di cabinet all'interno. Non che non possa fare quello che ti serve, ma sembra che abbia un po' troppe opzioni che probabilmente non useresti. Ad ogni modo, vista la finalità dichiaratamente chitarristica, vale la pena considerarla se non ci sono difficoltà tecniche (dovresti verificare bene le schede tecniche per vedere che i due elementi, pedaliera e cassa, sono compatibili).\n\nIo ho preso banalmente una cassetta attiva della DB Technologies, la Opera 8, che ha 300W di potenza ed è molto leggera. Ma la uso solo in casa e talvolta come spia, perchè live entro nel mixer senza pensarci.\nSe non hai problemi a portarti dietro qualche chiletto in più, però, consiglierei una cassa un po' più grande, con cono da almeno 10 pollici.
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Grazie Ian, ora penso di smanettare tutte le possibili soluzioni col mio ampli e se poi proprio non ne cavo piede andrò di cassa attiva! \nSaluti ^__^
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Bella e utile recensione, certamente aiuta a schiarire le idee ai neofiti come me su quello che serve o meno per suonare divertendosi.
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Bella recensione Ian.\n\nAvevo il sospetto che la zoom ultimamente fosse migliorata rispetto ai pedali di qualche decennio fa ma ora mi dai la conferma anche tu. Ho provato il pedale all-in-one ZOOM MS-100BT (http://www.zoom.co.jp/products/ms-100bt) di un amico ed avevo notato un miglioramento notevole ... io ero rimasto ai primi zoom che non mi piacevano per niente infatti mi ero spostato su multieffetti rack (il mitico Korg A2) per passare poi a Line6. Devo dire invece che con questi nuovi pedali la qualità è notevolmente migliorata ... preferisco sempre l'analogico ma è una valita alternativa per non spedere un miliardo di dollari per gli effetti.\n\nCiao\nLuca
Ciao boss !\n\nCome forse ricorderai, anche io ho avuto per anni il leggendario A2 (e questo weekend lo recupero, per usarlo come effetto vocale).\nPur ritenendo che alcuni specifici effetti dell'A2 (che, ricordiamolo, era l'unità TOP di fine anni 80-primi 90, veramente professionale) ancora del tutto concorrenziali, nell'insieme le due cose non si possono proprio confrontare.\n\nL'A2 aveva come pezzi forti i delay (sullo stereo è rimasto imbattuto per anni) e, soprattutto, i reverberi. Le distorsione erano piuttosto anonime. Chorus e modulazioni varie molto belli, ma già all'epoca si poteva trovare di meglio.\n\nPerò, ad oggi, la zoom come qualità/prezzo lo supera... sulle distorsioni vince senza pietà, sugli effetti d'ambiente è discreta, sulle modulazioni è meno flessibile (paradossalmente l'A2 aveva un solo chorus, ma lo smanettavi di più dei 2-3 chorus che ha la zoom) ma compensa con la varietà.\n\nOk.... scusate questo ritorno di fiamma di una unità che non ho mai smesso di amare \nFine OT.
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