--- UPDATE GENNAIO 2018. E' evidente che alcune delle informazioni contenute in questi interventi sono oramai vecchiotte, essendo oramai passati un po' di anni. Sto cercando di aggiornarle un po' per volta. Comunque, direi che la linea di fondo non cambia molto e che sono ancora abbastanza validi. Certo, rileggendoli mi rendo conto che oramai alcuni dei concetti esposti sono un po' naif, ma vabbè. I tempi cambiano ! ---
E finalmente ci siamo ! Abbiamo comprato tutta l'attrezzatura e l'abbiamo disposta nel nostro studio casalingo.
A questo punto, si comincia subito a registrare il nostro disco... oppure no?
In realtà, è buona norma fare un lavoretto di pre-produzione prima di fare le registrazioni vere e proprie.
Questa attività ha due scopi: uno primario e uno secondario.
Lo scopo primario è capire se i pezzi "girano". Ovvero, ci piace la nostra musica anche quando non stiamo suonando? Manca qualcosa? C'è qualcosa di troppo?
Lo scopo secondario, che è valido solo la prima volta che si fa questo "lavoro", è imparare ad usare l'attrezzatura.
Ricordiamoci che la preproduzione deve essere una bozza finale del nostro lavoro, per cui non si dovrà andare troppo per il sottile.
Vediamo ora di affrontare alcuni temi, al fine di rendere il lavoro di preproduzione più efficiente ed utile.
Andare a TEMPO !!
Una cosa da non trascurare è che già in preproduzione si dovrà lavorare a metronomo. I metodi sono svariati e dipendono dai gusti personali di ognuno.
Ricordando che siamo in preproduzione e quindi non si va troppo per il sottile, propongo un paio di metodi speditivi.
Quello più semplice è far suonare il batterista con il click di riferimento. In tal modo, se il batterista segue il click, la batteria è a tempo perfetto e gli altri strumenti lo sono di conseguenza senza bisogno di metronomo. Ricordiamoci che tutti i software di registrazione hanno il metronomo incorporato, e che in tutti i software è possibile visualizzare l'asse del tempo in modalità battuta. Così facendo, avremo un riferimento acustico e visivo per l'aggiunta degli altri strumenti.
Altra possibilità, che è quella che personalmente seguo, è preparare basi "artificiali" con un software tipo GuitarPro. Ovvero, mentre compongo i pezzi, uso GuitarPro (o PowerTab, o altri) per prendere appunti. Se faccio questo lavoro con un po' di testa, mi trovo già una base pronta da mandare in cuffia al batterista. Questo è utile, se non fondamentale, per quei batteristi che fanno fatica a suonare da soli e hanno bisogno a loro volta di una base di riferimento.
Continuano a valere le note sull'uso del software.
Ricordiamoci che la preproduzione ci fornisce una bozza. Piccoli (e meno piccoli) errori di esecuzione possono essere tranquillamente tollerati, purché si sia certi che con più calma l'esecuzione possa venire perfetta o quasi, altrimenti è meglio riscrivere quei passaggi.
La batteria
La batteria è sempre un problema. Soprattutto se la batteria non ci sta nel nostro studio e abbiamo deciso di registrarla altrove. In questo caso, non ha senso spendere soldi per registrare la preproduzione in uno studio esterno. Le vie alternative sono due:
1. si compone la batteria con un software;
2. si acquista una piccola batteria elettronica (modelli a livello zero si comprano con meno di 100€). In genere queste batterie supereconomiche hanno tutti i pad condensati in un unica piastra. Pur non rassomigliando nemmeno da lontano ad una batteria vera (sia come suono che come forma/dimensioni), questa scelta permette al batterista un po' più di libertà e di soddisfazione. E' anche possibile comprare qualche PAD per formare una "vera" batteria elettronica seppur parziale, ma si spende di più e si ottiene un risultato non rappresentativo.
La logica generale, comunque, è che il batterista prepari la sua traccia con calma a casa sua. Basta un PC qualunque per registrare l'output di una batteria elettronica.
Altri strumenti e voce
Tutto il resto segue la batteria. Quello che consiglio è di registrare individualmente in presa quasi diretta, usando gli effetti che usate di solito dal vivo senza perdere troppo tempo con i plugin. In questo modo potete verificare se la vostra idea di suono ed effetti funziona oppure no. Magari potete sperimentare registrando lo stesso pezzo con suoni diversi e produrre diverse versioni del brano. Oppure, registrare un po' di volte lo stesso riff/assolo/etc variando il suono e scegliendo subito il suono che vi piace di più.
Attenzione all'uso dei microfoni. Proviamo diverse posizioni e distanze del microfono, strimpellandoci o canticchiandoci sopra. Vediamo cosa cambia sul nostro suono, scoprendo che certe posizioni accentuano gli alti o i bassi, che un certo uso del microfono enfatizza o elimina il suono nasale della voce, etc.
Ricordiamoci una cosa fondamentale: il microfono non cattura i suoni come li sente l'orecchio. Per cui, dobbiamo capire come usare il microfono (e il suo preamplificatore) in modo tale da farlo lavorare come vogliamo noi.
Sperimentare, sperimentare, sperimentare (ma in tempi ragionevoli)
Come sto ripetendo alla nausea, la preproduzione deve produrre una bozza. Non perdete tempo dietro a dettagli, qui bisogna capire se il pezzo gira o meno e individuare a grandi linee i suoni più adatti. Quindi, sperimentate suoni, varianti, alternative... ma se siete arrivati alla preproduzione significa che le idee sono già abbastanza chiare (la scrittura dei pezzi va finita prima di registrare) quindi non è che si possa spaziare all'infinito (questa cosa avrebbe dovuto essere fatta prima). E' chiaro che nessuno ci vieta di metterci 3 mesi per fare la preproduzione, se vogliamo. Però ricordiamo anche che stiamo occupando un locale a qualcuno del gruppo, e che lo scopo finale del lavoro è il disco e non la preproduzione. Personalmente, consiglio di cercare di contenere i tempi in venti-trenta ore di lavoro fra registrazione e mixaggio. Anche perchè poi passa la voglia.
Valutare il lavoro
In primis, noi dobbiamo essere i giudici di noi stessi. Mentre ascoltiamo, concentriamoci sulle cose importanti. Non perdiamo tempo dietro a cose del tipo "il volume del clavicembalo è troppo alto rispetto a quello dell'ukulele" oppure "hai anticipato il riff di banjo rispetto all'assolo di congas"... sono dettagli. Cerchiamo invece di capire se il pezzo ha la sua logica e la sua scorrevolezza, se il testo si adatta completamente alla musica, se le melodie risultano valide oppure se ci appaiono scontate o povere, se tutti gli strumenti "comunicano" fra di loro (cosa fondamentale, che dal vivo non sempre si riesce a sentire). Copiamo il nostro mix su CD e su mp3, e ascoltiamo i pezzi su quanti più sistemi possibili, dal super impianto home theater, all'autoradio, all'auricolare mono del cellulare (è importantissimo fare almeno un ascolto con un sistema mono e non stereo, per verificare l'assenza di cancellazioni di fase*). Creiamo un piccolo gruppo di ascolto che ci dia dei pareri onesti. Io preferisco chiedere, in questa fase, a dei musicisti per il semplice motivo che sono in grado di andare oltre i "difetti" della bozza e riescono a dare consigli costruttivi. L'ascoltatore "normale", invece, si fermerebbe ai suoi gusti personali o si farebbe influenzare da questioni come i volumi o piccoli errori di esecuzione.
Una volta fatto tutto questo, ed effettuate le eventuali modifiche necessarie, siamo pronti per registrare il promo vero e proprio.
*: la cancellazione di fase si manifesta come un impoverimento del suono e/o la scomparsa di uno o più strumenti. Non entro nei dettagli fisici. Segnalo le situazioni in cui questo è più probabile:
1. quando si usano più microfoni per registrare la stessa sorgente. Io personalmente consiglio l'uso di più microfoni per registrare, ma solo per poter poi scegliere uno dei due e non per usarli contemporaneamente. Se riproducete le tracce registrate da due microfoni applicati alla stessa sorgente, è molto probabile che avrete cancellazione di fase. Se ne usate tre è statisticamente certo. Per risolvere il problema si può provare a avvicinare od allontanare dalla sorgente uno dei due microfoni. Provateci, il cambio di suono può essere veramente sorprendente.
2. quando "smanettiamo" su un solo canale di una traccia stereo.
3. quando "giochiamo" con suoni campionati sovrapponendoli, modificandoli, invertendoli, etc.
Individuare le cancellazioni non è semplice, soprattutto quando non sono macroscopiche. Però, evitando di fare soprattutto il punto 1 del precedente elenco, oppure facendolo con cognizione di causa, il problema non si dovrebbe presentare. Ad ogni modo, il "sintomo" è evidente: ascoltando il mix si sente che il suono complessivo è più povero del suono dei singoli strumenti.
ADDENDUM RELATIVO ALLA PROPRIETA' INTELLETTUALE
A questo punto del lavoro, avrete qualcosa di registrato, e quindi di "tangibile". E' giunto il momento di tutelare la vostra creatività.
La registrazione in SIAE è da escludersi, visti i costi e le complicazioni burocratiche. Inoltre, per il momento, a noi non interessa assolutamente guadagnare dai diritti dei nostri pezzi, ma solo tutelarci dai furti di idee. Il metodo "ortodosso" prevederebbe il deposito del materiale presso un notaio. In caso di plagio, potremo dimostrare di fronte ad un giudice che alla data X noi avevamo già avuto la medesima idea. Costo: diverse centinaia di euro
Un metodo semplice ed economico, che mi è stato consigliato da un amico designer, è invece l'utilizzo di una banalissima lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. Si imbusta il CD (che sia un CD di qualità, però, perchè deve durare negli anni) in una busta su cui apporremo le nostre firme su tutti i lati apribili etc etc, e ce lo si spedisce con Raccomandata A/R. Quando ci arriva a casa, prendiamo la lettera (che deve rimanere sempre sigillata), la mettiamo in una busta più grande insieme alla prima ricevuta e un altro CD e ci spediamo il tutto di nuovo con Raccomandata A/R. In tal modo possiamo dimostrare due volte (meglio abbondare) che alla tal data quell'idea era venuta a noi. Costo: 10/15 euro.
Un altro metodo, molto più diretto, semplice ed economico, e di introduzione recente, è la cosiddetta Marca Temporale Digitale (o Marcatura Temporale Digitale). E' un sistema che può essere applicato a qualsiasi file elettronico (testi, musica, grafica, software, etc.). Molto banalmente, si comprano queste marche temporali (sono disponibili a prezzi irrisori in rete, si parla di centesimi di euro), si scarica un piccolo software, e si applica la marcatura al file a cui vogliamo applicare la data certa. Vi viene rilasciata una ricevuta elettronica che certifica la data per file che avete sottoposto alla procedura. Qualsiasi modifica al file in questione (nome, contenuto, qualsiasi cosa) invalida il certificato. Quindi, la cosa più semplice è prendere tutti i brani e convertirli in mp3 o simili, trascrivere tutti i testi in un file pdf, allegare la grafica e, se volete star tranquilli, allegare anche gli spartiti, e mettere tutto in un file .zip. Si prepara poi un documento dove tutti gli autori dichiarano (con nome, cognome e codice fiscale) quale è stato il contributo di ognuno.
Del tipo "Noi sottoscritti ... dichiariamo che la paternità di tutti i testi presenti nel file XXX.pdf è di Tizio, la parternità delle musiche dei brani AAA.mp3, BBB.mp3 è di Caio" e via discorrendo. Se volete fare le cose a regola d'arte, su questo documento potete apporre le firme digitali di tutti gli autori (altro servizio che si fa online e costa poco o niente). Infine, mettete anche questo documento nello zip, e marcate lo zip. Per concludere, masterizzate un paio di CD con lo zip e la sua marcatura temporale allegata. Da quel giorno in poi potrete dimostrare inattaccabilmente che alla certa data tutto il contenuto del file zip è di vostra proprietà intellettuale. Legalmente, questa marcatura è equivalente al deposito presso un notaio. E, per gli scettici, un mio amico direttore di banca usa le marche temporali digitali tutti i giorni per qualsiasi tipo di documento.
ALTRE PARTI:
Parte Introduttiva
Parte Prima
Parte Seconda
Parte Quarta
Come Registrare Un Cd Promo in Cantina - Parte Terza
Overload Guitars Themis
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Grazie Ian, ottima guida
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Aspettavo con ansia questa 3° parte \nMitico!
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Volevo chiedere, il metodo per la propietà intellettuale, è sicuro al 100%?\nPerchè a dicembre devo registrare un demo con la mia band e non vorremmo che ci rubano i pezzi.\nPoi nel demo (che poi più che demo è un EP, ma questi so dettagli), ci sarebbe anche una cover.\nNon ci sono problemi con l'etichetta e i propietari della canzone se la inseriamo nell'ep vero?\nOppure dobbiamo scrivere qualche fesseria tipo "ALL RIGHTS OF THIS SONG GO TO MACHINE HEAD AND ROADRUNNER, NO COPYRIGHT INFRINGEMENT INTENDED"?
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Allora, è un metodo che viene usato comunemente per apporre una data certa ad un documento.\nSe vuoi, non serve nemmeno spedirsela la lettera. In posta è possibile anche andare con una cosa qualunque, e farsi mettere un timbro apposta di data che ha valore legale. Non ricordo però il nome esatto di questo servizio.\nComunque, è una cosa che ha valore legale perchè in Italia le poste sono ancora considerate una cosa molto seria.\nChiaro che devi tenere tutto sigillato e conservare tutte le ricevute per anni. Però fa fede in tribunale in caso di contenzioso.\nTuttavia, tieni conto che è sempre molto difficile dimostrare il plagio. Ci sono sentenze piuttosto controverse (in rete trovi ampia documentazione).\nL'unico altro metodo è l'iscrizione alla SIAE come compositore (per le musiche) e come autore (per i testi), sostenendo le relative spese e tutte le pratiche, e poi spendere un'altra barcata di soldi per il deposito delle opere. Questo metodo tutela al 100% i tuoi diritti, e ti permette eventualmente di guadagnare dalla riproduzione (le royalties). Il metodo "postale", invece, ti mette solo al sicuro dai plagi ma se una radio ti trasmette una canzone non percepisci un copeco.\n\nRiguardo alla cover, la questione è spinosa. Al fine di evitare grane, direi di fare una telefonata in SIAE o andare ad un loro ufficio e chiarire la cosa con largo anticipo. Tieni conto che ogni opera musicale o dell'ingegno che viene distribuita (non formalmente venduta, ma distribuita) deve avere il bollino SIAE.\nQuesto ha un costo variabile a seconda del contenuto. E, non vorrei dire una minchiata, ma mi pare che se metti all'interno opere di proprietà altrui questo bollino può arrivare a costare anche qualche euro l'uno per coprire i diritti. Mentre se sono opere scoperte da qualsivoglia forma di diritto, il bollino costa pochissimi centesimi.
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E se invece la cover non la inseriamo nell'ep ma la facciamo semplicemente "girare" per internet?\nAvevo ricopiato quella roba scritta in maiuscolo perchè la metto sempre nei miei video di tutubo, poichè una volta la roadrunner mi ha bloccato la riproduzione del video poichè non avevo inserito quella roba.\n\nDio che ansia...
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Qui si è molto border line.... sinceramente non saprei.\nLa questione formalmente si riduce a questi termini: quando suoni live, devi compilare il borderò e pagare i relativi diritti agli autori delle cover che suoni. Perchè questo non dovrebbe comunque valere per una riproduzione digitale della medesima cover?\n\nInsisto nel consigliare un colpo di telefono in SIAE.
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Che devo fa quando suono live? D:\nCon la cover band dei soad non ho mai firmato niente per suonare D:\n\nBasta, oggi chiamo.
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la legge impone che il gestore del locale/evento/festa/quelchevuoi compili un elenco di tutti i brani che vengono suonati.\nSe ciò non viene fatto, in genere, sono problemi degli organizzatori. Però poi non lamentiamoci se la SIAE si incavola e va a fare le pulci anche ai musicisti/organizzatori fondamentalmente onesti.\nIl gruppo dovrebbe limitarsi a presentare una dichiarazione di esenzione dai contributi ENPALS.
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